Un po’ della nostra storia
La Fondazione Morpurgo-Hofmann è stata costituita ne 1991 in memoria dell’ingegner Enrico Hofmann e
della sua consorte Elda Morpurgo.
L’ingegner Hofmann, deceduto nel 1989, nominò erede delle sue sostanze l’Istituto Geriatrico e di
Assistenza (I.G.A.) di Udine, impegnandolo a devolvere quanto ricevuto a fini di beneficenza, istruzione e
assistenza.
L’I.G.A. nel 1991 costituì la “Fondazione Morpugo-Hofmann”, il cui primo Consiglio di Amministrazione
ebbe luogo il 10 gennaio 1992, data d’inizio dell’operatività dell’Ente.
Nel 1998 la Fondazione ha ottenuto il riconoscimento come O.n.l.u.s. (Organizzazione non lucrativa di
utilità sociale) ai sensi del D. Lgs. 460/97.

Altre attività realizzate

Dall’anno della sua nascita, la Fondazione ha realizzato numerose attività, in particolare:

  • ha messo a disposizione fondi per lo sviluppo della ricerca in campo socio sanitario e assistenziale,
    contribuendo alla realizzazione della “Stroke Unit” presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda
    Ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Udine, e del “Morpurgo-Hofmann Aging Research
    Laboratory” presso il Dipartimento di Patologia e Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università degli
    Studi di Udine;
  • ha contribuito al finanziamento del progetto sperimentale Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I)
    promosso dall’ASS n. 4 “Medio Friuli” e dal Comune di Udine, sostenendo i costi del personale
    coinvolto (2 infermieri professionali, 2 terapisti della riabilitazione, 3 assistenti domiciliari), e dando al
    Comune la somma per l’acquisto di due autovetture necessarie alla realizzazione del progetto;
  • ha erogato contributi a vari Enti assistenziali operanti nel territorio udinese;
  • ha promosso e sostenuto studi, progetti di ricerca, pubblicazioni, conferenze;
  • ha contribuito al restauro dell’Antica Chiesetta di San Leonardo di Udine, che custodisce al suo interno
    un pregevole affresco di Giulio Quaglio (1668-1751) e la Pala d’Altare di Pietro Venier (1673-1737),
    anch’essi restaurati e ricollocati nella sede originaria. (vedi anche l’articolo di Lisa Zancaner al seguente
    link http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=40186